lunedì 25 giugno 2007

Breve storia della MUSICA e nozioni di teoria musicale

Baldassarre Peruzzi, Apollo e le Muse (Firenze, Galleria Palatina).

Il significato del termine musica è molto dibattuto tra gli studiosi per via delle sue diverse accezioni e dei molti usi che se ne fanno. Etimologicamente il termine musica deriva da Muse (figure della mitologia greca e romana) e viene accostato al termine sottinteso tecnica, che a sua volta deriva dal greco tecne. Infatti in origine il termine musica non stava a indicare una particolare arte, bensì tutte le arti delle Muse, e si riferiva a qualcosa di "perfetto" e "bello".
Sono state proposte diverse accezioni e varianti di significato del termine musica:
Una delle più comuni definizioni di musica è di quella di arte del suono organizzato, o - più specificatamente - di arte del produrre significati e sensazioni, più o meno complessi - e comunque di natura volontaria - organizzando suoni e silenzio. Simili definizioni - comunemente accettate - sono state ampiamente adottate sin dal Diciannovesimo secolo, quando si iniziò a studiare scientificamente la relazione tra il suono e la percezione.
Un'altra delle definizioni comuni di musica implica che la musica debba essere piacevole o melodica. Questo punto di vista tiene conto del fatto che alcuni tipi di "suono organizzato" non sono musica, mentre altri lo sono. Esistono versioni più elaborate di questa definizione che tengono conto del fatto che ciò che è considerato musica varia da cultura a cultura, e da epoca ad epoca. Questa definizione fu predominante nel Diciottesimo secolo. Mozart, per esempio, usava dire che "la musica non dimentica mai sé stessa, essa non deve mai cessare di essere musica."
La definizione cognitiva, meno comune, asserisce che la musica non è semplicemente suono, o la percezione di esso, ma una rappresentazione interna che percezione, azione e memoria contribuiscono a creare. Questa definizione è influenzata dalle scienze cognitive, il cui scopo è la ricerca delle regioni del cervello responsabili dell'analisi e della memorizzazione dei vari aspetti dell'esperienza dell'ascoltare musica. Questa definizione include anche arti differenti come ad esempio la danza. Il cammino e l'evoluzione del pensiero musicale corrono di pari passo con il cammino dell'uomo nella storia. L' antropologia trova nell'etnomusicologia risposte che altri studi sull'uomo non riescono a dare. Le teorie post-moderne asseriscono che, come l'arte, la musica è definita innanzitutto nel suo contesto sociale. Da questo punto di vista la musica è ciò che ognuno chiama musica, che sia fatta di silenzio, di suoni, o di performance. La famosa opera "4'33"" (4 minuti e 33 secondi) di John Cage ha origine da questa concezione della musica.

La musicoterapia è una disciplina di medicina alternativa che utilizza la musica (forma di comunicazione non-verbale) come strumento per intervenire sul disagio di persone malate o affette da handicap, agendo soprattutto a livello psicosomatico. Può essere considerata in due modi: -Aspetto scientifico(studiando il binomio suono-essere umano) -Terapeutico(utilizzando l suono, il movimento per procurare al paziente effetti regressivi) Un principio fondamentale della musicoterapia è l' ISO(vuol dire uguale e sintetizza la nozione di essistenza del suono interno che ci caratterizza) Le qualità liberatorie della musica si concretizzano da sempre dovunque nel mondo. Il benefico potere derivante dall'ascoltare musica, o dal crearne e riprodurne distingue i due rami principali riconducibili alla scienza stessa, che nascono sempre dalla radice unica, la Musica. Osservata in Europa, e nell'occidente in tempi relativamente recenti, dopo il Cinquecento, diviene strumento terapeutico vero e proprio, fino all'uso odierno che spazia dalla cura di depressioni, malattie psichiche anche molto gravi, disturbi neurovegetativi ecc. In tempi più antichi e tutt'ora in siti culturalmente poco occidentalizzati può definirsi
musicoterapia un aspetto fondamentale dell'educazione civica, intesa come "consapevolezza d'esser vivi" quindi esistere. In Africa, ad esempio, fare musica con rudimentali strumenti quali semplici percussioni o flauto di bambù è patrimonio comune nella società; parimenti lo è il partecipare ballando e cantando, oltre che, ovvio, ascoltando. Fondamentale è la partecipazione alla Musica, che è eletta a cura, preghiera, dialogo, discussione nel senso più civilmente umano dei termini. In realtà il diritto civile per questi popoli si concretizza, trovando la sua più schietta espressione, proprio nella Musica. secondo la derivazione del termine dal verbo greco "mwsqai"
(= desiderare, aspirare a...) dal quale Platone avrebbe fatto derivare il termine "musa". Il recupero di questo concetto di musica dalla etimologia del termine "musa" ipotizzata da Platone permette di distinguere la musica dal suono con il quale spesso viene confusa. L'idea comune infatti che la musica sia fatta di suoni rende difficoltoso comprendere perché non è sempre vero che il suono "fa" musica (ciò che è musica per qualcuno può non esserlo per altri). Perché il suono "faccia" musica occorre appunto che chi lo percepisce ne ricavi soddisfazione, che questa soddisfazione colmi un desiderio e che l'oggetto del desiderio coincida con uno stato fisico o mentale, reale o fantastico, a cui la persona aspira.
A causa della larga gamma di definizioni, lo studio della musica è effettuato in una grande varietà di forme e metodi: lo studio del suono e delle vibrazioni (detto acustica), lo studio della teoria musicale, lo studio pratico, la musicologia, l'etnomusicologia, lo studio della storia della musica.
La storia della Musica è una storia molto complessa che ha avuto un sua evoluzione enorme nel corso dei millenni. In origine, la parola "musica", stava a significare "musa", cioè tutto ciò che è bello, e perfetto. Non c'è stata popolazione o persona che non iniziò a creare, a fare, del ritmo con qualunque oggetto trovato sottomano, perché, il ritmo, sta quasi a riprodurre il primo suono che abbiamo sentito (ritmato), nella nostra vita, quando eravamo ancora nella pancia materna: il battito cardiaco ed il respiro.
Nell'antica Grecia nacque una materia, una scienza, che estraeva anch'essa queste ultime due, la matematica, che è parte fondamentale della musica, come Pitagora capì, per la relazione tra frazione e suono. Platone disse che come la ginnastica serviva ad irrobustire il corpo, la musica doveva servire ad arricchire l'animo, ritenendola una funzione educativa, come la matematica, secondo lui bisognava saper scegliere fra tanto e poco, fra più o meno, fra bene o male, per arrivare all'obiettivo finale. Nel cristianesimo ebbe grande diffusione il canto, perché lo stesso "Cristo" veniva descritto come un cantore insieme ai suoi discepoli: "E dopo aver cantato l'inno uscirono verso il monte degli Ulivi" Matteo (14, 22-26). La musica nel cristianesimo si sviluppa molto nel luogo di culto, la chiesa, musica che veniva suonata per la celebrazione della messa.
Fu nel Medioevo, che furono inventate le note, perché le melodie erano sempre più lunghe e più difficili da ricordare, così nacque l'esigenza di "annotare" sopra il testo da cantare, con dei segni chiamati "neumi" che segnavano la direzione ascendente o discendente della linea melodica. Dai primi aiuti mnemonici, nacque il sistema del tetragramma, attribuito a Guido d'Arezzo (992 c.a.-1050 c.a.). Dal 1500 iniziò lo sviluppo del Clavicembalo ben temperato" (1722), per proseguire poi nel secolo d'oro della musica classica occidentale (tra il 1750 e il 1850), quando vennero elaborate forme sempre più ricche di musica sinfonica ed operistica, fino a venire radicalmente contestato dalla musica del XX secolo, che esplorò le nuove forme dell'blues, il country, il rock, il pop, il jazz, il metal, il fusion, ecc. Tutto questo si deve alla rivoluzione tecnologica che inserisce l'altoparlante, l'amplificatore e la batteria.
Gli ultimi anni del XX secolo vedono la creazione di nuovi generi che vanno a rivisitare quelli passati, come ad esempio la musica sacra dei canti Gregoriani, rivisitati in chiave profana.
Quindi la musica ha un'evoluzione che vede la trasformazione, del suo stesso significato, la "perfezione", che si vede rappresentare in tanti modi diversi e da tante cose diverse, dall'armonia della lira degli aedi a quella della chitarra elettrica del Rock.
Un'arte tanto antica e tanto legata alla civiltà non poteva non generare un corposo insieme di conoscenze, che molti studiosi della musica si sono preoccupati di sistemare e classificare. Queste conoscenze sono sia di tipo strettamente musicale, come l'armonia e la melodia, che di tipo più teorico e critico, come la musicologia che si occupa di teoria musicale in senso lato, classificando i suoni, gli strumenti musicali e i tipi di composizioni, e la loro evoluzione e discendenza nel tempo e altri studi di cultura e storia musicale.
Altrettanto importante è la grammatica della musica in senso stretto, cioè il pentagramma, le chiavi musicali e in generale il modo di scrivere (semiografia) la musica. Questa parte della teoria, che potremmo chiamare di alfabetizzazione musicale, viene insegnata con il solfeggio, prima parlato e poi cantato, ed è il primo passo di una educazione musicale sistematica.
Da un punto di vista oggettivo, la musica, come il suono in generale, presenta le caratteristiche del tono, del timbro, dell'intensità e della durata. Il tono dipende dalla frequenza del suono, e può essere "acuto" o "grave". Il timbro è la "qualità" del suono, ed è determinato dalla forma dell'onda sonora, composta dalla nota fondamentale e dai suoni armonici. Ogni strumento musicale, come così ogni voce umana, possiede il suo caratteristico timbro. L'intensità stabilisce quanto un suono è percepito intenso o tenue. Anche la posizione o il movimento nello spazio della sorgente del suono sono spesso considerati come aspetti della musica. Il silenzio è spesso considerato come uno degli aspetti della musica. La durata è il solo aspetto comune al "silenzio" e al "suono", essendo l'aspetto temporale della musica. Un musicista è chi esegue, compone o conduce la musica.
Alcune culture possono includere o meno gli aspetti sopra descritti, o includere aspetti loro peculiari nella loro definizione di musica.
I termini usati per parlare di un particolare brano musicale includono:
la nota è il simbolo utilizzato per indicare una specifica intonazione;
la melodia è una successione di suoni percepita come un percorso coerente;
l'accordo nella musica tonale è il risultato della combinazione simultanea di più suoni, sottoposta a vincoli e regole tradizionali;
l'armonia è lo studio della classificazione e delle concatenazioni di accordi;
il contrappunto, dal lat. punctum contra punctum, punto contro punto, nota contro nota, è la simultanea organizzazione di differenti melodie;
il ritmo è l'organizzazione delle durate e degli accenti nelle varie parti che compongono un pezzo musicale.;.
il tempo nelle sue diverse accezioni;
gli armonici, ovvero l'insieme delle note che, unite, compongono una stessa nota, come l'ottava, la quinta, la terza, ecc.
I termini usati per parlare di un particolare brano musicale includono:
la nota è il simbolo utilizzato per indicare una specifica intonazione;
la melodia è una successione di suoni percepita come un percorso coerente;
l'accordo nella musica tonale è il risultato della combinazione simultanea di più suoni, sottoposta a vincoli e regole tradizionali;
l'armonia è lo studio della classificazione e delle concatenazioni di accordi;
il contrappunto, dal lat. punctum contra punctum, punto contro punto, nota contro nota, è la simultanea organizzazione di differenti melodie;
il ritmo è l'organizzazione delle durate e degli accenti nelle varie parti che compongono un pezzo musicale.;.
il tempo nelle sue diverse accezioni;
gli armonici, ovvero l'insieme delle note che, unite, compongono una stessa nota, come l'ottava, la quinta, la terza, ecc. Un compositore è un artista che crea opere musicali, dette appunto composizioni.
Il termine perciò è usato indipendentemente dal genere o stile musicale e indica una persona che costruisce con i suoni un risultato (oggetto sonoro) destinato ad essere ascoltato.
La composizione, al fine di poterne agevolare la riproduzione, è generalmente trascritta su uno spartito delle note musicali: l'opera del compositore è suonata dagli interpreti (musicisti, cantanti), ma, ovviamente, può essere eseguita anche dall'autore stesso.
Il mestiere del compositore non è una professione protetta. Anche autodidatti si possono chiamare in questo modo. Ma gli studi di composizione si eseguono in Italia presso i Conservatori.
In Italia la SIAE è incaricata della protezione dei diritti d'autore. Ogni paese ha la sua organizzazione per l'amministrazione di diritti del genere (come per esempio ASCAP e BMI negli USA o la GEMA in Germania). Questi organi, nei vari paesi del mondo (la RIAA negli USA è un ottimo esempio) ricevono continuamente denunce da privati o associazioni consumatori, per abuso di posizione dominante, assieme a molte major discografiche, tutto parte delle guerre fra discografici e consumatori iniziate già all'inizio del XXI secolo.
Un musicista è una persona che esegue o che compone musica per professione.
I musicisti si possono classificare secondo questo schema, che li suddivide in base al loro ruolo nella categoria professionale:
L'arrangiatore modifica una canzone secondo le esigenze di spettacolo.
Il cantante usa la propria voce nei brani musicali.
Il cantautore scrive le canzoni e le esegue con la propria voce, insieme ad altri musicisti, utilizzando talvolta un proprio strumento di accompagnamento.
Il compositore crea la musica e ne trascrive le parti sulle partiture che gli strumentisti eseguiranno.
Il direttore d'orchestra coordina gli elementi di una orchestra.
Il Disc jockey personalizza i brani ed elabora le scalette di esecuzione.
Lo strumentista suona uno strumento musicale del quale è un profondo conoscitore.

Behh.....forse vi ho annoiato un po ma probabilmente a qualcuno interessano.
ciao a tutti e ricordate: LA VITA SENZA MUSICA NON E' VITA......

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Tony Battaglia nasce a Tusa, un paesino di 3000 anime compresi cani, gatti e galline che si trova in provincia di Messina. Il primo approccio con la musica lo ha all'età di 9 anni con la banda musicale del paese. Inizia a suonare il clarinetto che abbandona dopo qualche anno per amore del sax a cui si dedica anima e corpo da autodidatta. contemporaneamente studia all'istituto agrario I.P.S.A. di CAPO D'ORLANDO conseguendone la maturità nel 1986. Subito dopo inizia a frequentare un corso di formazione professionale in agricoltura biologica mediterranea per la durata di 3 anni conseguendone la specializzazione. Continua sempre a studiare il sax e nel 1990 entra a far parte di un gruppo musicale molto conosciuto nella provincia di Messina, I BOLERO, con cui suonerà per circa 12 anni. Dopodichè conosce due ragazzi Giovanni Ricciardi(tastiera e voce) e Pino Terranova(sax e voce) con cui forma un trio tutt'oggi esistente.
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