venerdì 1 giugno 2007

La S.I.A.E.; una piaga per musicisti e autori...

Salve a tutti..... oggi voglio scrivere qualcosa sulla S.I.A.E. che sarebbe, per chi non lo sapesse, la società italiana degli autori ed editori. In teoria la S.I.A.E. dovrebbe tutelare i diritti che spettano agli autori per tutto ciò che è frutto del proprio ingegno creativo e agli editori per i diritti di publicazione di dette opere. Per usufruire di questo servizio bisogna essere iscritti alla S.I.A.E. come soci dietro pagamento di una quota associativa di circa 90 euro l'anno, e fin qui tutto bene; perchè si sà: è bello sapere che c'è qualcuno che tutela i tuoi diritti! Ma come la maggior parte delle cose belle, c'è un rovescio della medaglia o come si suol dire, ci sono le contro indicazioni.

E' chiaro che quello che sto per scrivere è solo il mio pensiero dettato dalla mia indole ribelle ma, che ho sempre dovuto reprimere dentro perchè consapevole di essere da solo nell'intraprendere e portare avanti certe battaglie, (una sola noce in un sacco non fa nessun rumore) ma adesso grazie a internet sto scoprendo che forse non è così. Infatti ho visto che in rete ci sono tante persone che la pensano più o meno come me, e anche in TV ultimamente hanno denunciato diverse situazioni poco chiare che riguardano la S.I.A.E. ma che stranamente rimangono solo delle trasmissioni televisive senza nessuna conseguenza penale, pur avendo fornito delle prove concrete e in alcuni casi addirittura schiaccianti, come se la cosa denunciata sia pura e semplice fantasia. Comunque, tornando al nostro discorso, vorrei prima di tutto darvi alcune notizie sui soldi che passano per le mani della S.I.A.E.; ho detto vorrei, ma non posso per il semplice motivo che è praticamente impossibile (almeno per me) avere notizie sulle cifre che percepiscono i dirigenti e i dipendenti di questa società. Tutto viene espresso in percentuale ma non si capisce bene su quale cifra, si sa solo la cifra totale dell'attivo che nel 2006 è stata pari a € 1.600.000, Adesso facciamo un po di conti.....io, come anche tante migliaia di musicisti in italia, suono spesso nelle piazze, nei ristoranti per i matrimoni, nei pianobar ecc.... e mi capita spesso di compilare l'ormai famoso BORDERO' o programma musicale quindi vi posso dire che: un programma musicale ha un numero massimo di 62 righi in cui scrivere i titoli dei brani eseguiti ed i relativi autori, ma 62 brani in una serata o in un matrimonio o in un piano bar non si possono eseguire nemmeno mettendosi d'impegno e senza pause tra un brano e l'altro. Per fare questi due conti prendiamo come esempio un matrimonio per come si fa nelle mie zone. In pratica si inizia a suonare quando arrivano gli sposi, solitamente intorno alle 14,00 per finire (ristorante permettendo) intorno alle 18,00, quindi in teoria 4 ore. Tenuto conto che la media del tempo che si perde tra un brano e l'altro è di circa 15 secondi, tenuto conto che anche i musicisti mangiano durante il matrimonio, tenuto conto che spesso si usa leggere i telegrammi di auguri agli sposi e tenuto conto del taglio della torta, del lancio della giarrettiera e tutte ste robe varie, diciamo che facendo i conti stretti stretti si perdono almeno due ore, quindi in teoria, nelle due ore disponibili si possono eseguire circa 30 brani di musica leggera (anche se devo dire che a me non è mai successo). In ogni caso 30 brani i cui diritti si aggirano intorno a 2 euro per ciascun brano, ( questi però vengono espressi in 24 esimi) fanno un totale di 60 euro circa. Ora io mi chiedo: perchè in un matrimonio in cui ci sono più di 100 invitati la S.I.A.E. fa pagare da 360 euro in su se i diritti spettanti agli autori si aggirano intorno ai 60 € più qualche altra cosa per le spese di contabilità etc... etc....? e non dimentichiamo che ogni autore associato paga ogni anno i 90 € di cui vi parlavo all'inizio.... Se qualcuno è in grado di spiegarmi il perchè di queste situazioni, gli sarò molto grato.

Per quanto riguarda i musicisti, il loro problema è causato proprio da queste tariffe alte applicate dagli agenti di zona per conto della S.I.A.E. in definitiva chi organizza serate di musica o matrimoni o altri tipi di spettacoli, in alcuni casi si ritrova a dover pagare alla S.I.A.E. una cifra molto più alta di quella che deve pagare per i musicisti e questo li scoraggia molto, e a farne le spese sono i musicisti e soprattutto la musica dal vivo che va sempre più a morire.

Adesso vi lascio sperando di non avervi annoiato con le mie lamentele....qui di seguito inserisco un documento che vi farà capire più o meno quello che combina la S.I.A.E. e come ripartisce i proventi spettanti agli autori.....ciao e alla prossima!!!

Ripartizione dei diritti
Ai fini della ripartizione dei compensi incassati tra le opere utilizzate, le utilizzazioni del repertorio sono raggruppate in sei Classi:
Classe I - Balli e concertini. Classe II - Film di lungometraggio, telefilm, film pubblicitari, documentari. Classe III - Diffusione radiofonica e televisiva (escluse le utilizzazioni di Classe II)Classe IV - Esecuzioni pubbliche non comprese nelle altre Classi. Classe V - Riproduzioni meccaniche e registrazioni. Classe VI - Reti telematiche e/o di telecomunicazione.
Le norme di ripartizione sono contenute nell’"Ordinanza di Ripartizione", adottata annualmente dal Consiglio di Amministrazione in base al parere obbligatorio, ma non vincolante, della Commissione della Sezione Musica. I criteri di ripartizione sono previamente approvati dal Ministro per i Beni Culturali e Ambientali. In generale, si possono distinguere le seguenti modalità di ripartizione dei compensi incassati:
ripartizione analitica diretta, che distribuisce i compensi percepiti per una determinata manifestazione alle opere utilizzate nel corso della stessa, come indicate nel relativo programma musicale; ripartizione indiretta, che distribuisce i compensi percepiti per determinate utilizzazioni a tutti gli associati della Sezione Musica le cui opere risultino utilizzate, nello stesso periodo, in settori diversi ma con caratteristiche di affinità di repertorio rispetto a quelli per cui è stato realizzato l’incasso. Questa modalità di ripartizione viene utilizzata in genere per gli incassi non abbinati direttamente a programmi musicali, sia per ragioni tecnico-operative che per economicità. Così, ad esempio, non è prevista la consegna di programmi musicali per l’utilizzazione di musica nei pubblici esercizi mediante apparecchi in abbonamento come radio, TV, lettori di dischi o nastri ecc.. ripartizione a campione, che distribuisce i compensi incassati in un determinato settore solo a quelle opere che siano state rilevate mediante opportuni criteri di selezione statica che ne assicurino la rappresentatività del campione. Attualemente la ripartizione a campione è effettuata soltanto nel settore del ballo con strumento meccanico (classe I BSM). Il campione, in questo settore, è costituito dalle opere eseguite negli intrattenimenti in cui è stata compiuta una rilevazione o per i quali è stato estratto il relativo programma musicale. La scelta delle manifestazioni prese a base del campione è effettuata con criteri di selezione statistica, che ne assicurano la rappresentatività. L’individuazione dei programmi musicali da prendere a base del campione è effettuata con criteri che garantiscano la casualità dell’estrazione.
Note sulla normativa di ripartizione in vigore
Le Ordinanze di Ripartizione vengono pubblicate sul Bollettino Sociale della SIAE.
In base alla normativa in vigore, per le pubbliche esecuzioni di opere musicali (Classi I e IV), è generalmente prevista una ripartizione analitica diretta, in base al relativo programma musicale, che riporta il dettaglio delle opere effettivamente utilizzate nell’ambito dello spettacolo. Il programma musicale viene compilato da chi dirige l’esecuzione (capo-orchestra) e consegnato dall’organizzatore dello spettacolo.
Per alcuni settori, il programma musicale riporta anche la durata dell’esecuzione di ciascuna opera. La durata dell’esecuzione costituisce, infatti, un elemento fondamentale per la valorizzazione delle opere eseguite nei settori della musica di accompagnamento a spettacoli teatrali e dei concerti di musica classica e jazz.
Anche per le utilizzazioni di Classe II (film, telefilm ecc.) e di Classe V (dischi, nastri e altri supporti), l’Ordinanza in vigore stabilisce che la ripartizione dei relativi incassi sia effettuata in base alla durata delle opere inserite rispettivamente nella colonna sonora o nel supporto.
Per quanto concerne le diffusioni radiotelevisive (Classe III e Classe V - diritti di registrazione), le ripartizioni analitiche, se effettuate, tengono conto non solo della durata dell’esecuzione dell’opera, ma anche della funzione della musica all’interno del programma radiotelevisivo (musica protagonista, di commento, complementare ed identificativa), dell’ampiezza (nazionale, regionale, locale) e dell’orario della diffusione (programma diurno o notturno).
Nell’ambito della Classe VI – recentemente istituita - relativa alle utilizzazioni di musica su reti telematiche o di telecomunicazione, la ripartizione dei compensi è effettuata in base ai report consegnati periodicamente alla SIAE dai content provider. Per il downloading a pagamento, la ripartizione viene effettuata in relazione all’importo versato dagli utenti per l’utilizzazione di ciascuna composizione tramite il sito.
Rendicontazione e liquidazione dei compensi
La Sezione Musica effettua ogni anno due ripartizioni semestrali: entro il mese di gennaio vengono rendicontate e liquidate agli associati le utilizzazioni relative al primo semestre dell’anno precedente ed entro il mese di luglio quelle relative al secondo semestre dell’anno precedente. Fanno eccezione le utilizzazioni radiotelevisive (Classe III e V diritti di registrazione), rendicontate un semestre dopo le altre, a causa dei maggiori tempi tecnici di lavorazione.
In base all’art. 91 del Regolamento Generale, la Società può concedere anticipi sulle ripartizioni in corso agli associati che ne facciano richiesta.


Domanda: avete capito qualcosa? Spero di si.

comunque qui di seguito potete leggere alcune valutazioni interessanti di un editore, Manlio CANGELLI di Bergamo, che probabilmente ci chiariranno almeno in parte le idee.

Manlio Cangelli - Edizioni Musicali MC Harmony
L’analisi della situazione Concertini e delle proposte scaturite mi porta ad una serie di considerazioni in merito alla rappresentatività degli Organismi SIAE: leggo da un po’ di mesi sul VIVAVERDI che gli associati SIAE sono ormai più di 80.000 e di questo, giustamente, la SIAE mena vanto e per evidenti ragioni. Ma il criterio in base al quale un ristretto gruppo di editori “storici” e di autori di chiara fama debbano decidere delle sorti di tutti mi pare un po’ sorpassato dai fatti: il mercato musicale è in costante cambiamento, i mezzi di diffusione della musica evolvono di giorno in giorno, cambiamenti epocali si succedono con frequenza tale da spiazzare chi non è estremamente attento e soprattutto le strutture “storiche” soffrono di tutto questo perché, paralizzate dall’ipertrofia degli organici e dalla scarsa “voglia di fare” di dirigenti abituati a percepire comunque lauti stipendi indipendentemente dai risultati, non inseguono il mercato e i cambiamenti quotidiani del “fare musica” e del “diffondere musica”.
Viviamo in una società dove ragazzi volenterosi e fantasiosi sono in grado di realizzare, con le proprie semplici strutture casalinghe, prodotti discografici di qualità internazionale con tempi di lavorazione e budgets ridicoli, mentre le "majors" sono impegnate, invece che nella ricerca artistica di novità, nella semplice e cieca tutela del proprio fatturato, senza considerare che i progressi tecnologici sono di portata tale da travalicare qualunque iniziativa volta solo all’interesse di pochi. I fatturati “storici” sono erosi (per ora in modo superficiale, ma in futuro?) dal semplice fatto che la tecnologia e Internet consentono, a chiunque ne abbia voglia e capacità, di confezionarsi ottimi prodotti, di promuoverli e diffonderli.
Tra i numerosissimi nuovi iscritti SIAE, peraltro, ci sono anche qualche centinaio di nuovi editori che vedono il "business musicale" con occhi differenti e con tagli culturali differenti. In un mondo in cui ogni nuova produzione televisiva cerca commenti musicali esclusivi, ogni catena di supermercati vuole una propria colonna sonora, ogni radio nazionale sonorizza con brani esclusivi di propria edizione perfino i notiziari e le previsioni del tempo, perché stupirsi che la produzione discografica di tanti piccoli editori vada a coprire le esigenze di esclusività di tanti locali? Forse che esistono regole che impongono ai locali l’utilizzo solo di musica “famosa”? Può forse la SIAE, su istanza di un manipolo di editori e autori “storici”, entrare nel merito delle scelte artistiche dei locali e imporre l’utilizzo di certi brani piuttosto che di altri o adottare normative che tutelino brani “storici” e/o famosi a discapito di altri più nuovi? In un mondo in cui farsi aprire la porta da una major è difficile come “far passare un cammello nella cruna di un ago”, gli autori non appoggiati alle majors non riescono ad ottenere ascolto delle proprie produzioni e i giovani editori che hanno bisogno di farsi strada e di acquisire visibilità diventano interlocutori privilegiati di tutti coloro che sono alla ricerca di sbocchi musicali e artistici. Ma la musica che nasce da questi connubi tra “giovani autori” e “giovani editori” (intendo giovani dal punto di vista della militanza SIAE) ha pari dignità di essere retribuita di quella prodotta da “storici autori” e “storici editori” che, prima o poi, dovranno rendersi conto che il mondo, intanto, è cambiato e che per galleggiare bisogna essere dinamici e preparati tecnicamente e che non si può mantenere per sempre il monopolio del mercato “per grazia ricevuta”. La proposta musicale e il consumo della musica si stanno modificando e diversificando: se, fino a qualche anno fa, ad esempio, il ballo era rappresentato da due macro-settori (ballo con orchestra e discoteca), attualmente ci sono locali per tutti i gusti e il pubblico si divide sulle varie proposte, facendo sì che generi “storici” una volta remunerativi siano ora ridotti di parecchio e questo non solo perché ci siano, come alcuni affermano, distorsioni nella compilazione dei programmi musicali (problema certo esistente, ma da sempre!!) ma, soprattutto, perché buona parte del pubblico si è diretta verso altri generi e affolla tanti locali differenti, distribuendo così il fatturato su altre teste. Problema fastidioso, per chi lo soffre, ma che non si può certo risolvere solo creando normative volte a privilegiare e mantenere lo "status quo", soprattutto al giorno d’oggi in cui ogni DJ e ogni gruppo di ballo liscio, di latino o di rock è in grado di realizzare brani propri e di eseguirli in serata. Vorrei fra l’altro far notare che, per la maggior parte, le grosse etichette e le edizioni ad esse correlate sono semplici “filiali di zona” di grosse etichette estere che hanno bisogno di un ufficio anche in Italia per la raccolta di diritti ma che, di italiano in senso artistico e musicale, poco si interessano. Valorizziamo, quindi, chi nel suo piccolo cerca di dare voce e possibilità di esprimersi ai giovani autori che si trovano sempre chiuse in faccia le porte delle grosse organizzazioni e cerchiamo di mantenere al massimo l’analiticità dei compensi perché è giusto che anche il complessino rock o il DJ non ancora famoso vedano giustamente retribuito l’utilizzo dei propri brani che, se utilizzati e apprezzati dal pubblico delle serate, hanno pari dignità dei successi nazionali o internazionali.

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Tony Battaglia nasce a Tusa, un paesino di 3000 anime compresi cani, gatti e galline che si trova in provincia di Messina. Il primo approccio con la musica lo ha all'età di 9 anni con la banda musicale del paese. Inizia a suonare il clarinetto che abbandona dopo qualche anno per amore del sax a cui si dedica anima e corpo da autodidatta. contemporaneamente studia all'istituto agrario I.P.S.A. di CAPO D'ORLANDO conseguendone la maturità nel 1986. Subito dopo inizia a frequentare un corso di formazione professionale in agricoltura biologica mediterranea per la durata di 3 anni conseguendone la specializzazione. Continua sempre a studiare il sax e nel 1990 entra a far parte di un gruppo musicale molto conosciuto nella provincia di Messina, I BOLERO, con cui suonerà per circa 12 anni. Dopodichè conosce due ragazzi Giovanni Ricciardi(tastiera e voce) e Pino Terranova(sax e voce) con cui forma un trio tutt'oggi esistente.
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