L'E.N.P.A.L.S. altra piaga per i musicisti italiani!!!
Dovete sapere che per ogni prestazione la legge ci obbliga a versare all'Enpals una percentuale del nostro cachet, e anche gli enti organizzatori devono pagare un'ulteriore quota. In totale, per ogni nostra prestazione viene versato all'Enpals più del 30% del nostro cachet, ma, in pratica, nessuno di noi avrà mai diritto alla pensione da parte dell'Enpals. La legge prevede che la pensione per la nostra categoria professionale venga erogata dopo almeno 20 anni di contributi, e per raggiungere un anno occorrono 120 giornate lavorative. Poichè generalmente una prestazione viene conteggiata come una giornata contributiva, per raggiungere un anno di contributi sarebbero necessarie 120 prestazioni effettuate con regolari contributi versati. Per raggiungere la quota necessaria per la pensione, ossia 20 anni, sono quindi necessarie 2400 prestazioni, cosa molto difficile nella maggior parte delle regioni d'Italia e al quanto impossibile nello specifico per i concertisti che, per preparare il programma di una serata necessitano di parecchi giorni di prove.
Noi versiamo ogni anno all'Enpals molto di più delle trattenute previdenziali di gran parte degli impiegati statali, e se la legge non cambia, non solo non avremo mai la pensione pubblica, ma neanche ci verrà restituita l'enorme cifra versata invano. Alcuni di noi hanno chiamato
il call center dell'Enpals per chiedere chiarimenti, e ci è stato confermato quanto sopra, e addirittura gli stessi impiegati Enpals ci hanno suggerito di provvedere in proprio ad una pensione privata, visto che altrimenti resteremo senza.
Questa è solo una delle varie ingiustizie che subiamo da parte del Fisco italiano: tra Enpals, ritenuta d'acconto, Iva e altre trattenute, più del 60% dei nostri cachet è versato in tasse, e sia all'estero che in Italia, spesso costiamo agli organizzatori molto di più dei nostri colleghi stranieri, i quali godono di molte agevolazioni che a noi non sono concesse. Mai nessuna istituzione pubblica si è preoccupata di risolvere questa ingiustizia, per questo motivo "musicarticolo9" ha lanciato un appello da sottoscrivere per ottenere una riforma dell'E.N.P.A.L.S., potete firmare la sottoscrizione all'indirizzo seguente, http://www.petitiononline.com/enpals/ nella sottoscrizione si chiede:
L'abolizione del limite minimo di 120 giornate contributive annuali per ottenere il diritto alla pensione. La pensione, come già avviene nella maggior parte degli altri paesi europei, deve essere proporzionale alle somme versate all'Enpals e indipendente dal numero di giornate contributive, oppure in alternativa, l'abolizione dell'obbligo di pagare le trattenute Enpals.
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